Ad inizio anno abbiamo effettuato la scansione di alcune statue presenti al Museo Campano. Ne abbiamo parlato all’interno dell’articolo Scansioni delle “madri” al Museo Campano. Tornati al nostro laboratorio abbiamo cominciato la lavorazione delle scansioni. Gli strumenti utilizzati per la scansione comprendevano tra l’altro il software Skanect Pro. Si è ritenuta essenziale la consueta fase di elaborazione e ottimizzazione delle scansioni, al fine di generare un file con estensione stl utile per la stampa, ovvero un file stl che contenesse un solido chiuso e dunque matematicamente valido. I software che 0lab usa per la modellazione 3D sono tra gli altri Rhinoceros, Meshlab e NetFab. Uno dei problemi che si incontra in fase di scansione 3D, che deve successivamente essere riparato, è la presenza di “fori” all’interno degli elementi scansionati, nonché quella di artefatti che non corrispondono al reale. La fase di elaborazione successiva alla scansione, dunque, è molto importante, al fine di ottimizzare il materiale scansionato ottenendo come prodotto finale un solido utile per la stampa. La lavorazione avviene con software che sono in grado di lavorare sulle mesh poligonali, permettendo le operazioni utili alla chiusura ed ottimizzazione delle scansioni. A volte questo lavoro può essere molto lungo e difficoltoso. Credo che questo tipo di lavorazione digitale assomigli molto alla pratica scultorea. E’ infatti necessario modellare le superfici del solido quasi come fosse creta riparando i fori ed ottimizzando le forme. Alla fine del processo di lavorazione, il risultato è quello visibile in foto. Il modello stampato misura circa 5 cm. Data l’esigua dimensione del pezzo c’è un’inevitabile perdita di particolari. L’obiettivo e stato quello di verificare la fattibilità di stampa. Il successivo passo sarà quello di stampare una versione della “Mater” in scala 1/10.
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